Diritti umani linguistici nell’UE: la Commissione oltre l’oligopolio ma la trappola è in agguato.
Dichiarazione di Giorgio Pagano, Segretario dell’Associazione Radicale Esperanto.
Dopo l’ennesima vittoria italiana contro gli eurobandi anglo-franco-tedeschi, la Commissione doveva pur rivedere la sua prassi oligopolistica – peraltro continua a rimanere incomprensibile come, in questa sempre più neo URSS occidentale, il famoso antitrust europeo non si occupi mai dei monopoli e oligopoli linguistici – e, finalmente, spiega come attraverso la Georgeva in una risposta all’interrogazione in spagnolo del Parlamentare Ramón Luis Valcárcel Siso.
“In effetti – spiega la bulgara Kristalina Georgieva che ha insegnato in molte università del mondo, tra cui il Massachusetts Institute of Technology, l’Università di Yale e di Harvard nonché alla London School of Economics – la Commissione ritiene che sia possibile migliorare alcuni elementi delle attuali norme generali relative all’uso delle lingue nei concorsi – pertanto – si adopererà per garantire sia il pieno rispetto del principio di non discriminazione che un funzionamento adeguato e corretto dell’amministrazione dell’UE in presenza di 24 lingue ufficiali”.
C’è ancora una possibile “trappola” però: nelle sentenze della Corte di Giustizia è stata ammessa l’eventuale restrizione e, quindi, discriminaziona linguistica, quando ciò sia necessario alla specifica funzione messa a concorso. Pertanto il rischio che ora si corre è che la Commissiomne, concorso per concorso, si metta ad analizzare in modo azzeccagarbugliesco la funzione da mettere a bando e sostenere che, per quella singola funzione, è però necessario specificatamente il trilinguismo. Costringendo quindi di nuovo gli altri Stai membri ad impugnare nuovamente ogni singolo bando.
Ma questo lo sapremo solo nella primavera del 2016. Intanto nessuno si occupa della Commissione che interroga il popolo europeo sempre solo attraverso inglese, francese e tedesco ma, sempre più spesso nel solo inglese: l’Impero della Mente di churchilliana memoria continua la sua avanzata nella linguisticamente dominata “Unione delle Repubbliche Inglesizzate d’Europa”.
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Interrogazione con richiesta di risposta scritta alla Commissione Articolo 130 del regolamento. E-013830-15
Ramón Luis Valcárcel Siso (PPE) , Antonio Tajani (PPE), 14 ottobre 2015, lingua originale dell’interrogazione Spagnolo.
Oggetto: Sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea sui concorsi EPSO
La Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE) ha annullato tre concorsi organizzati da EPSO (sentenza del 24 settembre 2015 nelle cause T-124/13, Repubblica italiana contro Commissione europea, e T-191/13, Regno di Spagna contro Commissione europea) a causa del fatto che la lingua per le comunicazioni era stata ridotta alla rosa tedesco-inglese-francese ed era stato inoltre imposto ai candidati di scegliere la seconda lingua all’interno della stessa rosa linguistica.
Non è la prima volta che la CGUE condanna la Commissione per questo tipo di comportamenti, che violano le norme vigenti e costituiscono una discriminazione fondata sulla lingua. Nonostante tutto ciò, in occasioni precedenti, EPSO ha mantenuto inalterate le sue pratiche discriminatorie.
1. Quali provvedimenti intende adottare la Commissione per far sì che EPSO rispetti le norme dell’UE e la giurisprudenza della Corte e ponga fine alle pratiche discriminatorie fondate sulla lingua nei procedimenti di selezione del personale dell’UE?
2. Quali provvedimenti intendono adottare la Commissione e le altre istituzioni per far sì che il consiglio di amministrazione e la direzione di EPSO si assumano le responsabilità derivanti da queste infrazioni ripetute?
3. Ha valutato la Commissione il costo politico, in termini di discredito delle istituzioni e di disaffezione al progetto europeo, insito nella prosecuzione da parte di EPSO di queste pratiche, successivamente condannate dalla Corte di giustizia?
Risposta della vicepresidente Kristalina Georgieva, a nome della Commissione E-013830/2015 (13.1.2016)
L’EPSO è un Ufficio interistituzionale creato da una decisione adottata da tutte le istituzioni e dispone di un consiglio di amministrazione che ne definisce l’organizzazione e le modalità operative. A seguito di una sentenza della Corte di giustizia (causa C-566/10 P, Italia/Commissione), il consiglio di amministrazione ha adottato una serie di misure relative all’uso delle lingue nei concorsi EPSO.
Benché non condivida in pieno tutti gli elementi della motivazione della sentenza del Tribunale nelle cause riunite T-124/13 e T-191/13, Italia e Spagna/Commissione del 24 settembre 2015, confermata dalle sentenze del 17 dicembre 2015 nelle cause T-275/13, T 295/13 e T-510/13, la Commissione collabora strettamente con le altre istituzioni per valutare le conseguenze pratiche di tali sentenze riguardanti il regime linguistico nei concorsi EPSO.
Dopo le sentenze, il consiglio di amministrazione dell’EPSO si è riunito a più riprese e ha incaricato l’EPSO di effettuare un’analisi approfondita delle possibili opzioni disponibili e della loro fattibilità. In effetti, la Commissione ritiene che sia possibile migliorare alcuni elementi delle attuali norme generali relative all’uso delle lingue nei concorsi gestiti dall’EPSO alla luce delle sentenze di cui sopra. In quest’ottica, l’EPSO sta attualmente rivedendo le disposizioni generali relative ai concorsi.
Durante tale processo di revisione, l’EPSO si adopererà per garantire sia il pieno rispetto del principio di non discriminazione che un funzionamento adeguato e corretto dell’amministrazione dell’UE in presenza di 24 lingue ufficiali. L’EPSO intende pubblicare la procedura di selezione rivista nella primavera del 2016.