Frontex non attacchi l’uso della lingua italiana.

Militari russi prendono parte alla parata del Giorno della Vittoria a Mosca. Bai Xueqi/Alamy

Frontex non attacchi la lingua italiana e i salvataggi umanitari italiani.
Dichiarazione di Giorgio Pagano, Segretario dell’Associazione Radicale Esperanto.

«E’ inaccettabile il punto in cui è arrivata la colonizzazione linguistica inglese dell’Unione e, di pari passo, la spietatezza verso deboli e disperati che fuggono dai loro paesi in fiamme. Il collegamento non è casuale ma causale: alla negazione dei diritti linguistici sanciti dai Trattati europei non possono che seguire azioni che negano il diritto umano ad esistere ed essere soccorso».

Frontex, l’agenzia europea per il controllo delle frontiere con sede a Varsavia, ha accusato l’ufficio italiano di essere troppo di manica larga nell’avviare i salvataggi in mare ed evitare l’utilizzo dell’inglese nelle operazioni. L’invito a rientrare nei ranghi è contenuto in una lettera inviata dal direttore della divisione operativa di Frontex, Klaus Rosler, al direttore centrale per l’immigrazione del ministero dell’Interno, Giovanni Pinto. 

«Rosler nella lettera a Pinto – continua il Segretario dell’ERA – è preoccupato per i troppi interventi di Frontex Italia oltre le 30 miglia marine che, invece, è il limite operativo che si è dato l’operazione Triton. Non solo, Frontex lamenta al Centro operativo di Roma di non utilizzare l’inglese per “tutte le comunicazioni in ambito Frontex”, arrivando a sostenere che l’uso della lingua italiana “dovrebbe essere evitato”, perché “non del tutto in linea con il piano operativo e con le procedure internazionali”. Bene! Si guardi nel bilancio 2013 di Frontex, ebbene, alla voce “Formazione in lingua inglese”  sono previsti 230.000 euro. Ecco quanto, solo a Frontex 2013, costa la tassa inglese!».

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