RAI: Tremonti, non sapere l’inglese è Resistenza alla secessione della Pantania! Non un handicap.

RAI, Pagano (Radicali/ERA): Tremonti, non sapere l’inglese è Resistenza alla secessione della Padania! Non un handicap.

«Caro Tremonti non volerne sapere dell’inglese non è un handicap degli italiani è Resistenza! La stessa che abbiamo opposto ai tedeschi e che ora vogliamo opporre ai neo-occupanti anglofoni, agli anglocollaborazionisti e secessionisti come lei ». Così ha dichiarato il Segretario dell’Associazione Radicale Esperanto commentando la lettera di Tremonti pubblicata ieri dal Corriere della Sera.

«Capisco bene – ha continuato Giorgio Pagano – che la distruzione del sapere in lingua italiana, la sua dialettizzazione, è la condizione culturale necessaria perché la sua Pantania attui la secessione dall’Italia. E’ la distruzione del sapere in italiano lo scopo occulto del Politecnico di Torino che fa pagare le tasse ai giovani italiani che vogliono studiare nella loro lingua e non a coloro che optano per la lingua d’occupazione, così come del Politecnico della sua città che, dal 2014, non avrà più corsi in italiano ma solo inglesi.
E’ lo stessa tecnica menzognera operata da Bush contro l’Iraq per far tornare al dollaro la compravendita solo in euro del petrolio iracheno. Nel suo caso basta sostituire alla moneta americana la lingua americana.
La risposta italiana ed europea alla guerra finanziaria-linguistica scatenata dall’accoppiata dollaro-inglese non è nell’asservimento globale ad essi e nel far divenire l’italiano una lingua sempre più relegata, come i dialetti, alla sola sfera affettiva o domestica ma nella risposta Euro-Esperanto.

E’ la lingua federale europea – ha proseguito il Segretario dell’ERA – la risposta al monopolio linguistico inglese. Non dobbiamo affatto asservirci alla sleale concorrenza monopolista anglofona, dobbiamo sbaragliarla con la democrazia, la giustizia, la semplicità linguistica esperantista. Solo un fesso, un bugiardo o un doppiogiochista può pensare di divenire competitivo con qualcuno che apprende la lingua che già sa, come gli anglofoni. Qualche giorno fa Google ha adottato l’esperanto come lingua del suo sistema di traduzione affermando, stupita dalla precisione della traduzione, che “l’Esperanto è costruito in maniera tale che è semplice da imparare per gli esseri umani e sembra anche aiutare la traduzione automatica”.

L’inglese – ha concluso Pagano – bisogna cominciare a buttarlo a mare così come fecero i coloni indipendentisti americani con il tè tassato del Regno Unito. La tassa linguistica inglese costa 60miliardi di euro l’anno in Italia e 350miliardi in Europa: circa 900 euro ciascuno. Tramonti vuole alimentare ulteriormente la tassa inglese e farci pagare il canone all’Azienda televisiva dello stato italiano per distruggere l’Italia: farci colonizzare dagli anglosassoni e farsi la secessione della Pantania. E’ ora, invece, che anche i “figli di papà” anglosassoni apprendano anche loro una lingua oltre alla propria, esattamente come i nostri ragazzi. Con il mezzo miliardo di europei che siamo ce la possiamo fare!».

1 commento

  • Tremonti nel 2009:
    Le banche italiane si sono salvate dalla crisi perchè non parlano l’inglese
    Articolo di Economia salute e ambiente, pubblicato martedì 13 gennaio 2009 in Cile.
    [El Mercurio]

    Parigi – Le banche italiane si sono salvate dalla crisi dei crediti ipotecari di rischio statunitensi, i “subprime”, perchè parlano poco inglese, ha affermato il ministro italiano dell’economia Giulio Tremonti in una intervista pubblicata sul quotidiano francese Les Echos.

    “Le nostre banche hanno sofferto poco la crisi dei subprime. Sono poche quelle in cui si parla inglese! La loro esposizione agli agenti tossici è stata, di conseguenza, molto limitata. Oggi i nostri banchieri non ci chiedono neppure di andare in loro soccorso”, ha affermato Tremonti in riferimento alla crisi esplosa nell’estate del 2007.

    In relazione alla situazione attuale e agli strumenti per risolverla, Tremonti ha affermato che il G8, di cui l’Italia ha appena assunto la presidenza e di cui fanno parte Germania, Canada, Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna e Russia, “non è più rappresentativo del mondo in cui viviamo”.

    Secondo Tremonti, neanche il G20 è perfetto perchè non conta tra i suoi membri paesi come la Spagna. “Come si giustifica l’assenza di Egitto e Spagna in questo nuovo gruppo di paesi? È anche difficile dire che l’Arabia Saudita rappresenti il mondo arabo”, ha affermato Tremonti, esprimendo la sua disponibilità ad accettare “qualsiasi soluzione che possa portare ad ampliare il G8″.

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